Blu Tramonto                              

(Ita) 2021


Lo spazio profondo è il luogo più inospitale che possiamo immaginare: temperature estremamente fredde, assenza di pressione atmosferica e di gravità, radiazioni cosmiche potenzialmente letali da farci sembrare impossibile che qualcosa possa sopravvivere, ma è incredibile quanto la vita sia tenace.
Fino a poco tempo fa si pensava che questo ambiente fosse decisamente inadatto per accogliere la vita, ma recenti studi hanno dimostrato che alcune specie di funghi e muffe possono sopravvivere e prosperare nello spazio. Sulla ISS (stazione spaziale internazionale) esiste un esperimento in corso, consistente in un apparecchio detto Expose-E che, montato all’esterno della stazione, raccoglie in piccoli supporti intere colonie di spore fungine che, senza particolari protezioni, sono esposte agli enormi sbalzi di temperatura dello spazio ed alle forti radiazioni solari, eppure queste dopo diversi anni in simili condizioni sono vive e vegete.

Questi risultati ci portano a pensare che alcune forme di vita possano effettivamente sopravvivere e prosperare in simili condizioni ambientali, e possiamo supporre che possano attraversare lo spazio siderale e colonizzare luoghi remoti della nostra galassia, addirittura possiamo avanzare l’ipotesi che la vita per come la conosciamo noi, non sia una prerogativa del nostro pianeta, ma possa essersi formata altrove ed aver raggiunto il nostro pianeta da molto lontano, del resto, se può esserci vita nello spazio potrebbe esistere anche altrove nell’universo.

Ora che cominciamo a comprendere meglio quanto siano resistenti alcuni microrganismi in simili condizioni climatiche, ci chiediamo quali siano i limiti a cui è sottoposta la vita, dobbiamo capire come funziona questo meccanismo, ma, ancora di più, che cosa lo fa inceppare.


Published on Istmo.xyz / issue 01